L'Atlante dell'architettura italiana degli anni '50 e '60 è il risutato di uno spoglio – ancora provvisorio e in corso di implementazione – delle riviste di architettura e di ingegneria pubblicate in Italia dal 1945 al 1970. Lo spoglio – fondamentale per poter ricostruire una mappatura esaustiva degli edifici realizzati e dei progetti pubblicati sulle principali pubblicazioni di settore – è stato necessario per cercare di ridisegnare il contesto dell'architettura italiana di quegli anni.
Questo lavoro nasce nel quadro della ricerca dal titolo Arte e scienza del costruire. Forma e struttura nella ricerca architettonica italiana del secondo dopoguerra. Si tratta di un progetto di ricerca finanziato con i fondi PRIN 2008, che vede lo Iuav – ed in particolare l'area di ricerca "Arte del costruire" – collaborare con il Politecnico di Torino, il Politecnico di Milano, l'Università La Sapienza di Roma e l'Università degli Studi di Udine, con i rispettivi referenti scientifici i proff. Carlo Olmo, Alessandro De Magistris, arch. Paolo Desideri, ing. Stefano Sorace. Trattandosi di un progetto di ricerca fortemente multidisciplinare (Scienza e Tecnica delle Costruzioni, Storia dell'Architettura, Composizione architettonica, Tecnologia dell'Architettura, Archivistica), l'Unità di ricerca allo Iuav, coordinata dal prof. Marco Pogacnik, ha lavorato in stretta interdipendenza con le altre Unità coinvolte nel progetto. La ricerca è organizzata, per l'arco temporale compreso tra gli anni cinquanta e sessanta, sulla base dell'analisi di opere esemplari nelle quali gli aspetti costruttivi e strutturali sono stati determinanti per la definizione della forma architettonica. Il continuo confronto tra i ricercatori delle diverse Unità di ricerca, e quindi tra i diversi punti di vista e competenze delle varie discipline, ha consentito di costruire diverse trame critiche, utili a restituire con la massima evidenza la complessità di temi ed opinioni che caratterizzarono il dibattito dell'epoca attorno al problema del rapporto tra architettura e ingegneria.
L'unità locale di Venezia – responsabile scientifico il prof. Marko Pogacnik – affronta il tema della ricerca strutturale nell'architettura italiana degli anni degli anni '50 e '60 da un doppio punto di vista: da una parte ricostruendo il quadro socio-economico dello sviluppo dell'industria delle costruzioni e, dall'altro, sottoponendo manufatti edilizi, progetti di concorso, testi teorici e pubblicazione manualistica ad una analisi volta ad individuare le figure tecniche che, elaborate dalla ricerca strutturale, vennero poi impiegate dall'architettura al fine di promuovere un processo di rinnovamento del proprio linguaggio.
La presenza nell'unità di ricerca di competenze che fanno capo ai settori scientifico-disciplinari della storia dell'architettura, della tecnologia, della composizione e della architettura tecnica consentono di poter affrontare lo studio del periodo storico in oggetto nei due principali indirizzi di ricerca: da una parte nella fase di costruzione dell'Atlante delle figure tecniche dell'architettura italiana del dopoguerra, dall'altra nell'analisi puntuale di un caso esemplare individuato come particolarmente significativo per descrivere lo sviluppo della concezione strutturale di quegli anni, che si sta profilando nell'analisi dell'opera di Sergio Musmeci, in collaborazione con l'archivio MAXXI di Roma.
Ripartendo dallo studio dei singoli fenomeni, dei singoli edifici, dei singoli temi delle esperienze di singoli architetti – che questo Atlante cerca di riportare alla luce, in base ad una rinnovata lettura –, che ci è permesso di iniziare a ridisegnare il contesto, arrichire la sua definizione, guardare gli edifici e i protagonisti da punti di vista inediti.
Solo raccolta e vista nel suo insieme – come si vorrebbe dimostrare con questo Atlante – e inserita nelle condizioni storiche e professionali, questa stagione dell'architettura e dell'ingegneria italiana inizia a rivelare la propria ricchezza, le proprie sfaccettature e la propria valenza storica, e quindi anche storiografica. E l'architettura degli anni del dopoguerra merita di essere esplorata nella sua totalità, poiché permette di rivelare l'importanza storica di tematiche ed esperienze di ricerca solo parzialmente valorizzate o insufficientemente approfondite nelle narrazioni a carattere generale della storiografia recente.
|
|

|